Raffreddamento a liquido, un sistema di dissipazione performante non solo per il processore
Un dissipatore ad aria, grazie al suo corpo in alluminio, va ad estendere la superficie del processore e l’ausilio di una o più ventole permette di raffreddare le CPU che tendono a surriscaldarsi durante il loro lavoro.
Nei dissipatore a liquido, e più precisamente nelle versioni all-in-one che è quella più comune perchè utilizzabile anche dai meno esperti, c’è un waterblock che si va ad agganciare al dissipatore. Grazie a una speciale pasta termica interposta fra di esso e il processore, il waterblock acquisisce il calore che emana la CPU e la dissipa nel liquido di raffreddamento il quale, grazie a una pompa, circola nel circuito di raffreddamento del quale fa parte un radiatore dotato di ventole che provvede a raffreddarlo prima di tornare verso il waterblock.
Per certi versi, il sistema è analogo al circuito di raffreddamento presente nei motori di auto e motoveicoli, con la differenza che nei motori il calore da dissipare viene catturato mediante la circolazione del liquido all’interno di un percorso predisposto nella testata, mentre per le CPU questo ruolo è demandato al waterblock.
Ovviamente fra le varie soluzioni di dissipatori a liquido intercorre una differenza di prestazioni e di prezzo in base a come esso viene costruito e quindi ai materiali utilizzati.
Esistono infatti due categorie di dissipatori a liquido: i kit all in one, conosciuti anche come AIO, e i kit custom. I primi sono più economici e le loro prestazioni, a parità di prezzo, sono sicuramente superiori a quelle dei dissipatori ad aria, mentre i secondi costano di più e hanno dimensioni maggiori tali da poter essere installati in case di dimensioni adeguate ma hanno prestazioni superiori agli AIO al punto di consentire il raffreddamento simultaneo della CPU e dei processori montati a bordo delle schede video.
Installare un sistema raffreddamento a liquido sulla scheda video
Ecco le istruzioni passo passo per montare il waterblock su una scheda video. S’inizia dapprima col rimuovere tutte le viti che tengono fissato il backplate (coperchio) alla scheda, quindi si passa a rimuovere le viti con doppia filettatura per tutta la pcb (la piastra del circuito stampato) e le quattro viti principali.
Una volta rimosse tutte le viti si può procedere a staccare i due connettori del led del dissipatore e della ventola. occorre prestare molta attenzione a questa parte perché è molto facile rovinare sia i connettori che altri componenti presenti sulla scheda.
Procedere con calma e provare a staccare il connettore bianco prima di quello nero. Una volta aperta la scheda si possono rimuovere tutti i pad dalla pcb e metterli sul dissipatore, questo servirà per rimontare il dissipatore originale. A questo punto si procede con la rimozione della pasta termica di default dalla GPU (il processore grafico) per poi applicarvene una custom sicuramente molto più performante.
Adesso si può aprire la confezione del waterblock dentro la quale è presente tutto il necessario per montarlo.
E’ consigliabile utilizzare le viti precedentemente rimosse dalla scheda video tranne le quattro vicine alla GPU e le altre che devono essere utilizzate per avere la possibilità di utilizzare di nuovo il backplate stock fornito dal produttore della scheda.
Procedere quindi al posizionamento dei nuovi pad termici facendo attenzione alle diverse dimensioni e alle rispettive posizioni di destinazione (se necessario, seguite le istruzioni in dotazione al waterblock e alla scheda video), questo per garantire una buon livello di dissipazione ai vari componenti.
E’ opportuno servirsi di un piano di appoggio per montare il waterblock al fine di poter operare in piano senza dover tenere il waterblock attaccato alla pcb.
Reinserire quindi le viti originali nelle rispettive posizioni e reinserire quelle principali della scheda, così da rimontare il backplate nella sua posizione originaria.
Kit all in one di raffreddamento o soluzione custom per veri professionisti
Se un uso particolare del computer, tipo un overclocking, comporterà un carico di lavoro maggiore per il processore, questo produrrà un maggior calore da dissipare e il semplice dissipatore ad aria stock, cioè quello originario, non sarà più sufficiente e si potrà optare per un dissipatore aftermarket, sempre ad aria, ma con superficie radiante molto maggiore.
Non sempre però questa scelta si rivela sufficiente, le software house sfornano ogni giorno applicazioni sempre più performanti per clienti sempre più esigenti e quest’incremento di potenza delle applicazioni richiede sempre maggiori risorse a livello hardware, primi fra tutti i processori, componenti sempre più veloci ma con sempre maggiori necessità di essere raffreddati.
Fino a qualche anno fa l’utenza professionale era costituita per lo più da grafici, architetti, ingegneri, managers, mentre oggi sono Internet e i gamers, più o meno giovani, i più esigenti richiedenti di più potenza, più prestazioni e, di conseguenza, più raffreddamento.
La protezione da surriscaldamento non è solo una precauzione utile a conservare integri e funzionanti i computers, vi è soprattutto un’esigenza di sicurezza per persone e luoghi. Ecco dunque la raccomandazione di non sottovalutare la spesa da sostenere per dotare la propria macchina del dissipatore più adatto e sicuro.
Le prestazioni variano da modello a modello, anche in funzione delle condizioni ambientali di esercizio, e ogni medaglia ha il suo rovescio.
I dissipatori ad aria sono un po’ rumorosi ma meno soggetti a rompersi e qualora dovesse accadere si ha tutto il tempo per porvi rimedio, spegnendo il computer che non subirà alcun ulteriore guasto.
Quelli a liquido, più silenziosi e performanti, possono rompersi in tre modi: blocco della pompa, rottura del radiatore, rottura dei tubi.
Il rischio che uno dei tre eventi possa verificarsi espone il computer al rischio che la diffusione accidentale del liquido all’interno della macchina possa comprometterne i componenti o causare cortocircuiti. ed è per questo che è molto importante che venga assemblato da un professionista
Per concludere, il raffreddamento a liquido rimane il più adatto a un utilizzo professionale rispetto a uno ad aria, ma la scelta di un AIO (all in one) o un custom va fatta in funzione delle prestazioni e del suo alloggiamento, oltre che dal calcolo costi/benefici che deve rientrare nella logica d’intervento.