Novità in casa AMD sono state annunciate in arrivo nei prossimi mesi (oramai si tratta di aspettare un paio di settimane)
Si tratta dei processori desktop Ryzen 5000 Vermeer, in diversi modelli. Le nuove prestazioni puntano alla sistemazione dell’unico elemento di leggera debolezza, le prestazioni single-thread, puntando a diventare le CPU gaming più veloci.
Sono compatibili con le motherboard socket AM4, con chipset serie 400 e 500. Si basano su architettura Zen 3 e fanno letteralmente tremare la supremazia di Intel, per questo tipo di tecnologia nel campo gaming.
Questi nuovi modelli vanno a sostituire i precedenti Ryzen 3000 Matisse, su architettura Zen 2, saltando i modelli 4000 per uniformarsi alle novità previste per la metà del 2021 di Intel, sulla identica architettura. I nuovi processori Ryzen, si presume, siano disponibili già da novembre 2020, in quattro modelli: Ryzen 9 5950X, Ryzen 9 5900X, Ryzen 5800X e Ryzen 5 5600X, con prezzi che oscillano dai 300 agli 800 dollari americani. Hanno le novità di essere più veloci di almeno un terzo, ed è questo su cui punta la AMD, l’aumento della velocità single-core oltre alla nuova architettura rinnovata di complessi a otto core. Ciò che colpisce, sicuramente è l’aumento delle prestazioni rispetto già ad un Ryzen della scorsa generazione, Ryzen 9 3900XT del 29% e l’aumento di performance rispetto al Core i9-10900K di Intel del 59%. E questi sono dati riferiti ad un incremento medio. Chissà se questo sarà sufficiente per ottenere il primato della tecnologia sui processori desktop.
Ryzen 5000: nuova Architettura Zen 3
Con il potenziamento a Zen 3, le prestazioni di questi nuovi modelli sono nettamente migliorate rispetto ai precedenti. Sono migliorate le rese per watt, con il conseguente contenimento dei consumi pur migliorando le funzioni; questo si verifica anche grazie all’ulteriore affinamento del processo produttivo a 7 nanometri.
La supremazia di AMD sulle prestazioni multi-core, attraverso questi nuovi modelli, si nota dal fatto che l’azienda ha puntato a migliorare l’IPC e ridurre le latenze, elementi fondamentali per le performance di gioco eccellenti. La AMD annuncia con Ryzen 5000 di esserci riuscita aumentando del 19% l’IPC, rispetto al Ryzen 3000 della precedente generazione.
I primi design con i quali AMD aveva iniziato, Zen+ e Zen2, erano nati per svilupparsi in vista della competizione con le prestazioni di Intel, ed ora con Zen 3 si allinea in modo molto efficace, fino ad essere considerata un valido competitor, per l’ampio salto generazionale compiuto in breve tempo.
Con Zen 3 si passa proprio anche ad un cambio dai complessi quattro core ai complessi otto core.
Della stessa generazione rimane il progetto delle CPU, con uno o due chiplet, affiancati da I/O die dove è inserito il controller della memoria, le varie interfacce che supporta, e altre funzionalità della CPU. La memoria supportata dai nuovi processori Ryzen è DDR4, con connettività PCI Express 4.0.
Con i nuovi arrivi, la quantità di cache L3 non subisce grandi cambiamenti, se non che non è più divisa in due, ma è stata unita in un unico insieme da 32 MB, accessibile dagli 8 core di un CCD. In questo modo ogni core può accedere al doppio della cache. I core stessi sono alimentati più velocemente.
Il top di gamma è il processore Ryzen 9 5950X
Tra tutti i modelli quello che sicuramente spicca, non solo per il prezzo più alto, è il modello Ryzen 9 5950X. Possiede un chip con 16 core e 32 thread, frequenze operative dai 3,4 ai 4,9 GHz, per un totale cache di 72 MB e un TDP di 105 watt. Questo significa, traducendo cifre e lettere, che questo modello ha le più alte prestazioni di single-thread per i giochi desktop5, ed ha performance multi-core, maggiori per qualsiasi processore in un socket CPU mainstream.
Il grande balzo in avanti a livello generazionale lo si ha giocando in Full HD con un aumento del divertimento senza pari.
Il percorso per arrivare a questi livelli, AMD è durato ben 4 anni, iniziato nel 2017, per riprendersi il podio del settore, come ce lo aveva ai tempi di Athlon 64.
L’azienda ha dovuto adattarsi ai cambiamenti velocissimi del mercato ed è riuscito ad armonizzare prestazioni e prezzi competitivi. Su questa ultima rivoluzione dei processori, sul prezzo, i clienti hanno avuto da ridire.
Si è notato un aumento globale, su tutti i modelli, di Euro 50 circa, il che vuol dire che dall’ultimo modello ha lasciato la politica di prezzi cosiddetti amichevoli verso gli utenti, e ha pensato ad incassare. Se, però, si fa un breve raffronto tra le prestazioni aumentate dalle due versioni, e l’aumento di prezzo, si capisce bene che il prezzo maggiorato ha avuto la sua giustificazione, e anzi chi ci ha guadagnato non è stata certo l’AMD.